Il governo ci ricorda cos’è una donna, matrice di esseri umani

In uno stato in cui l’occupazione femminile è ai minimi termini, in cui bambine drogate e stuprate non vengono credute, portate al suicidio e chiamate "puttane" in tribunale anche dopo la loro morte, in cui ogni giorno al conteggio delle donne che subiscono violenza se ne aggiungono oltre DUECENTO (per mano di italiani per la stragrande maggioranza, ricordiamolo), il governo in carica non manca mai di ribadire dov’è il posto delle donne. Delle eterne bambine, che non possono badare a se stesse neanche quando sono maggiorenni e che devono pertanto sempre essere accompagnate da un uomo che le sostenga (a suon di mazzate?), un uomo da servire e cui far trovare la cena pronta alla sera.


Anche in questi giorni, il nostro caro beneamato governo si è premurato di farci presente che la vita di una donna serve a fare figli. Persino quella di una donna che ha gravi lesioni cerebrali, che si trova in stato di coma vegetativo da 17 anni e che ogni due ore deve essere girata dal personale ospedaliero per non riportare piaghe [Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Eluana_Englaro]. Ci ha tenuto a specificare, il presidente del consiglio dei ministri, che la donna specifica di cui parlava – uso il passato perché finalmente la sua agonia e quella della sua famiglia è terminata – non si trovava in stato di morte cerebrale! Eh, no, le sue funzioni vegetative c’erano tutte, quindi di morte cerebrale non si può parlare. E aggiunge che le sue cellule cerebrali mostrano la presenza di impulsi elettrici. Insomma, la sua posizione è che nonostante una donna non sia cosciente, ella resta comunque una donna a tutti gli effetti finchè è in grado di riprodurre la specie umana.


Tralascio le questioni mediche che riducono le opinioni del presidente del consiglio dei ministri a un infondato vaneggiamento. E’ tutto da dimostrare, infatti, che il suo ciclo ipofisario fosse ancora tale da permettere una eventuale gravidanza e che la corteccia cerebrale fosse in grado di riprendersi dal trauma delle lesioni subite. Si consideri, inoltre, che non si è mai visto un paziente uscire dal coma oltre i sette anni e riprendere una vita normale (i rarissimi che si sono risvegliati sono rimasti tutti portatori di gravi handicap [Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Persistent_vegetative_state#Notable_PVS_patients]).


Tralascio le questioni mediche per due ragioni che in tutta onestà non mi sento di privilegiare l’una rispetto all’altra, dal momento che mi risultano entrambe importantissime: non è giusto, da un lato, sbirciare nella vita di una persona e di quelle che le son state vicine, spulciare i loro referti medici per trovare prove che convincano gli increduli ignoranti, dubitare della competenza di medici e magistrati che si sono occupati del caso e che hanno valutato la situazione medico-giuridica sulla base di evidenze concrete. Dall’altro lato, è un fatto gravissimo parlare di una donna in quanto vaso, matrice di esseri umani e non in quanto persona.


Se silvio berlusconi (e qui scrivo il suo nome, seppur a lettere minuscole) aveva intenzione di essere un nuovo josef mengele ci è riuscito benissimo. Forse lui stesso voleva una figlia o un figlio da un essere umano il cui organismo è tenuto in vita artificialmente da 17 anni, giusto per aggiungere un’altra perversione alle sue altre già note.


Insomma, la vita di una donna non è tale perchè può vivere in modo autonomo e autorealizzante, portare qualcosa di nuovo nel mondo, lasciare un segno, cambiare le cose, ma è vita dal momento che essa serve all’umanità secondo la sua natura biologica. E basta. Lo stato vegetativo è l’unico stato in cui berlusconi riesce a concepire la donna. E questo spiega perchè ci tenesse tanto a tenere vivo quel corpo saturo di sofferenza.


Mi dis-piace ricordare qui un altro bel caso in cui di nuovo lui, di nuovo silvio berlusconi, ci ha ricordato che la vita della donna è biologica, è vegetativa: il caso della ministra mara carfagna. Mara carfagna, ministro delle pari opportunità, il ministero che si occupa – in via teorica – di garantire la parità delle possibilità di qualsiasi natura per chiunque, e nello specifico per le persone sia di sesso femminile che maschile. Quella stessa mara con cui il presidente, quando lei era ancora show girl, scambiava focose discussioni riguardo a delle fellatio e cui in pubblico disse "ti sposerei" (Fonte: http://www.clarin.com/diario/2008/07/05/elmundo/i-01708762.htm).


Ponendo proprio lei al ministero delle pari opportunità, silvio berlusconi ha dato un chiaro messaggio alle donne italiane: non voglio pari opportunità per donne e uomini in questo paese. Se voi donne non riuscite a resistere all’entrare in politica allora potete prostituirvi con qualche politico e vedrete che arriverete in alto. Per me la donna nella sua massima espressione è bellissima e concede il proprio corpo al maschio. E’ così che si realizza ed è così che può sperare di arrivare dove preferisce, senza che sia consapevole del ruolo di cui poi viene investita. Perchè secondo me le donne dovrebbero essere una decorazione, una suppellettile, per allietare la vita del maschio, e non dovrebbero prendere decisioni importanti. Perchè una donna può anche agitarsi e affannarsi, ma non concluderà mai nulla di buono. Una donna che "vuole fare la vita dell’uomo non è una donna, non è naturale, è uno scherzo della natura". Tanto che quando va all’estero e scopre che esistono donne che ricoprono alte cariche politiche le saluta da buon marpione perchè evidentemente crede che anche loro siano state scelte con lo stesso criterio adottato per la carfagna.


Il pensiero del presidente del consiglio – e del governo – è condiviso da molte persone. Ciò che è realmente grave è che questo concetto di donna-oggetto, donna-biologica, donna-vegetativa non solo sia diffuso e condiviso da diversi strati di popolazione ma che sia addirittura convalidato dalla nostra politica, da coloro che rappresentano lo stato italiano e che ne facciano legge, prassi, costume sociale e politico. Che ce lo inculchino non solo attraverso messaggi pubblicitari ma che persino lo ratifichino e legittimino con l’emanazione di leggi volte a modificare le decisioni della magistratura, con l’elezione di ministri-marionetta. Che radichino le fondamenta dello stato stesso nella loro esecrabile e distruttiva definizione di donna e di femminilità.

Pubblico qui il link al video in cui il presidente del consiglio dei ministri esprime la sua posizione riguardo al mantenimento in vita di Eluana Englaro:
http://www.youtube.com/watch?v=VA1FVeU6RKU&feature=PlayList&p=EF18480CD9DCEDDB&index=4
Pubblico anche il link a un articolo di Reuters, in cui è riportato il fatto, non sia mai che anche lui si vergogni delle proprie parole e imponga di levare il video da YouTube:
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE5150GD20090206

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Abuso e Pornografia

Mi sono sempre chiesta se le donne che recitano nei film pornografici non fossero oggetto di abusi al pari delle donne che si prostituiscono. E’ tristemente risaputo e generalmente ignorato il fatto che la quasi totalità della prostituzione rientra in un quadro generale di abuso, costrizione, violenza. E’, però, più difficile riuscire a fare una statistica sulla "industria del sesso", intesa come l’industria della pornografia e delle donne che lavorano nei night.

Ariel Levy, in "Sporche Femmine Scioviniste" (2007), riporta la sua personale indagine in materia.

E’ stato detto e ridetto (e documentato) che la maggior parte delle donne che lavorano nell’industria del sesso sono state vittime di abusi sessuali. Purtroppo è difficile trovare statistiche attendibili sull’argomento, per due motivi: primo, perché le donne sono molto restie a parlare con i ricercatori, causa lo stigma sociale applicato al loro lavoro (e le dure leggi cui è sottoposto). Secondo, perché i ricercatori sembrano sempre irritati, infatti non è ben chiaro se siano dei perbenisti pieni di pregiudizi, oppure se questa rabbia sia causata dai risultati spesso sconvolgenti che ottengono conducendo le indagini. La dottoressa Melissa Farley, psicologa e ricercatrice del Kaiser Permanente Medical Center di San Francisco, attesta che la maggioranza delle lavoratrici nell’industria del sesso è vittima d’incesto o di altri abusi sessuali infantili. La percentuale varia tra il 65 e il 90 percento, e la Farley propende addirittura per una cifra superiore, come fanno tutti gli altri specialisti con cui ho parlato. Le vittime di molestie sessuali possono senz’altro superare il trauma e godere di una piena vita sessuale, ma c’è qualcosa di perverso nel prendere a modello sessuale una categoria di persone che sono state sessualmente molestate. E’ un po’ come prendere un gruppo di sopravvissuti a un attacco di squali e farne dei bagnini.
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Spogliarsi

Ariel Levy, giornalista statunitense, riporta in "Sporche Femmine Scioviniste. L’irresistibile Ascesa Della Raunch Culture" (2007) una sua intervista a Christie Hefner, figlia ed erede del fondatore di "Playboy". Attualmente, infatti, è la presidentessa e direttrice della rivista patinata che tutti conoscono e il cui simbolo è il coniglietto che molti e – ahimé – molte indossano come fosse una griffe.

"Non puoi mostrare il nudo maschile nei film e cavartela con un semplice vietato ai minori di 14 anni. Non puoi usare nudi maschili in pubblicità come si fa con i nudi femminili senza aspettarti delle critiche. In altre parole, persistono delle differenze perché gli uomini si sentono ancora a disagio all’idea di essere oggetto delle fantasie e degli sguardi delle donne".

Questo spiegherebbe perché così raramente gli uomini sognino di apparire sulle pagine di "Playgirl", a differenza delle donne, o perché non ci sono così tanti uomini disposti a infrangere i tabù, a farsi fotografare dicendo: "Che vuoi che sia! E’ solo una foto". Ma non spiega affatto perché le donne comprino la rivista, tutti i gadget col coniglietto… quello spettacolo. Non è ben chiaro cosa le attragga. Personalmente penso che c’entri più con la convinzione che Christie Hefner ha limpidamente definito così: l’unica alternativa a leggere "Playboy" (o […] a farsi impiantare il silicone, o a comprare i libri di Jenna Jameson [attrice pornografica]) sarebbe vivere male la propria sessualità. In quest’ottica la cultura raunch, non è più un’occasione per divertirsi, ma è una spia della nevrosi femminile.

Vien da chiedersi perché le donne d’oggi sembrano tutte volersi spogliare o davanti a un obiettivo o per uscire di casa: nei posti di lavoro si osservano donne truccate, scollate, con gambe in vista, tacchi alti, così come nelle strade e la sera le donne si mostrano ancora meno vestite e più agghindate. Vien da chiedersi perché gli uomini Continua a leggere

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Tema fastidioso, imbarazzante, irritante: ma sempre costante

  1. Ho esitato a lungo prima di scrivere un libro sulla donna. Il soggetto
    è irritante, soprattutto per le donne
    ; e non è nuovo. Il problema del
    femminismo ha fatto versare abbastanza inchiostro, ora è pressoché
    esaurito
    : non parliamone più. Tuttavia se ne parla ancora. E non pare
    che le voluminose sciocchezze spacciate durante l’ultimo secolo abbiano
    fatto gran luce sul problema. D’altra parte c’è davvero un problema?
    Qual è?
  2. Non è facile cogliere la poliedricità della presenza delle donne nel mercato del lavoro e l’impatto dei profondi cambiamenti che l’hanno investita negli ultimi decenni […]. Ancora meno facile è individuare con precisione le discriminazioni e le disuguaglianze basate sul genere, soprattutto in una società complessivamente ineguale […]. Sui percorsi lavorativi femminili pesa infatti il cumulo di diseguali opportunità di accesso a risorse di diverso tipo, che non sempre è facile distinguere e affrontare. Tanto più che i discorsi sulle disuguaglianze e le discriminazioni di genere sono considerati fastidiosi ed imbarazzanti. Non sono temi di cui si discute con facilità, Continua a leggere
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Violenza Oggi

Leggevo il sito dell’ANSA e ho trovato due articoletti nascosti tra le notizie regionali che parlavano di violenze sessuali. Oltre a questi un articolo su un professore multato di 15.000 euro (davvero, l’unica pena è stata versare 15.000 euro… e neanche un giorno di detenzione) per possesso e diffusione di materiale pedopornografico, cosa che "ha rovinato l’immagine della scuola in cui lavorava". Non la vita dei bambini sue vittime.

Ma andiamo oltre. Dopo aver notato i due articoletti di cui sopra, ho provato a fare una ricerca su google. In venti minuti di ricerche ho trovato una quantità allucinante di articoli di violenze e stupri di partner uomini su partner donne, conoscenti su figli di amici, poliziotti su prostitute, conoscenti uomini su conoscenti donne, padri su figlie, uomini su cognate… Tra tutti un paio di extracomunitari. Continua a leggere

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Femminicidi e Omicidi

Cito una seconda volta l’introduzione della Belotti al testo della Lipperini, "Ancora dalla Parte delle Bambine" (2007):

L’autrice riporta alcuni casi di omicidi efferati di donne accaduti di recente nel nostro paese proprio a causa delle loro pretese di autonomia, che si scontrano con il patologico bisogno di possesso maschile, e riferisce che le donne ammazzate dagli uomini sono più di cento ogni anno. Per non parlare degli stupri che si succedono quotidianamente. Un massacro che continua nell’indifferenza generale: se accadesse il contrario, cioè se cento uomini venissero uccisi ogni anno dalle donne, ci sarebbero furibonde interrogazioni parlamentari e misure di sicurezza eccezionali, compreso il coprifuoco. Continua a leggere

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Scatola Rosa: sistemi antiviolenza…??

Oggi sul giornale ho dovuto leggere una notizia tecnologica piuttosto imbarazzante. 

Hanno inventato una "ScatScatola Rosaola rosa": una scatola nera "speciale" fatta per le donne che usano l’automobile da sole… E’ dotata di un sistema satellitare da installare in un punto nascosto della
macchina, dotato di un localizzatore costituito da una centralina
elettronica che integra un modem GSM, un ricevitore GPS ed una memoria
per la registrazione dei dati di viaggio che consente alla centrale di
localizzare, in caso di allarme, il veicolo e dare le indicazioni
necessarie alle Forze dell’Ordine. La donna in pericolo preme il pulsante apposito e -come nei migliori film d’azione, con i commessi delle banche minacciati dai rapinatori armati- per magia dopo qualche istante compaiono le personcine in divisa.

Questo dispositivo è stato creato con l’esplicita intenzione di proteggere le donne che vengono aggredite, specie la notte quando sono in giro da sole in macchina. E poi per le donne che si trovano a mezzo fermo in strada per un guasto meccanico.

Ora, permettetemi alcune considerazioni spicce:
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Parità?

Nell’introduzione a "Ancora dalla Parte delle Bambine" di Loredana Lipperini (2007), Elena Gianini Belotti scrive:

E’ solo colpa delle donne che accettano di fare le serve, non si ribellano e non propongono soluzioni diverse? E’ solo colpa degli uomini che non cedono un millimetro dei loro sfacciati privilegi? Mentre negli ultimi decenni si è assistito alla omologazione femminile al modello maschile – la cosiddetta parità, che invece di assicurare pari diritti garantisce alle donne il doppio lavoro – non è nemmeno iniziata l’assunzione da parte dell’uomo dei compiti e delle qualità femminili, quelle che rendono il mondo meno feroce e meno competitivo, compresa la scelta da parte maschile di professioni finora ritenute "da donne". Che queste qualità non siano innate ma frutto di condizionamenti storico-culturali non toglie loro valore, tanto più se si paragonano a caratteri maschili molto diffusi, altrettanto indotti, ma fonte di turbolenze e conflitti nell’intera collettività. Si continua a recriminare la scarsa presenza di donne in attività e carriere tradizionalmente maschili, come quelle tecniche e scientifiche, ma il contrario non viene mai preso in considerazione. Continua a leggere

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Quando Ci Si Sente In Panne

Da "Le Belle Immagini", di Simone de Beauvoir, pubblicato nel 1966: 

La letteratura non mi dice più niente. Ma dovrei cercare
d’istruirmi: sono diventata così ignorante! Papà diceva: "Laurence
diventerà un topo di biblioteca come me". E invece… Perché certo, ha
regredito durante i primi anni di matrimonio, lo comprende, il caso è
classico. Danno una scossa emotiva violenta, l’amore, la maternità,
quando ci sposiamo molto giovani, prima che si sia stabilito un
equilibrio armonioso tra intelligenza e affettività. Mi sembrava di non
avere più un avvenire: ne avevano uno Jean-Charles, le bambine; io, no;
e allora a che scopo coltivarsi? Circolo vizioso: mi trascuravo, mi
annoiavo e perdevo sempre più il possesso di me stessa.

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La Pancia di Eve

Da "Il Corpo Giusto", pièce del 2004 di Eve Ensler, già autrice dei "Monologhi della Vagina":

probabilmente […] anch’io sono convinta che se il mio addome fosse piatto tutto andrebbe bene e io sarei salva. Mi sentirei protetta. Accettata, ammirata, importante, amata. Forse perché per gran parte della mia vita mi sono sentita sbagliata, sporca, colpevole e cattiva e sulla pancia si concentra ora tutta questa avversione verso me stessa. Forse perché è diventata il ricettacolo di tutte le mie afflizioni, le ferite infantili, l’ambizione inappagata, la rabbia inespressa.

[..] Ho voluto documentarlo questo odio, registrarlo, cercare di risalire alla sua fonte. Continua a leggere

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