Umani allo specchio

Da XY – L’identità maschile di Elisabeth Badinter, pubblicato nel 1992, si legge: 

Michael Kimmel ha messo in luce la tradizionale "invisibilità" del genere maschile che tanto ha contribuito alla sua identificazione con l’umano. Troppo spesso afferma, "trattiamo gli uomini come se non avessero genere, come se fossero soltanto personaggi pubblici[…] come se la loro esperienza personale del genere fosse priva di importanza". L’autore di questa frase afferma di averne preso coscienza assistendo a una discussione fra una donna bianca e una negra che intendevano stabilire se la somiglianza sessuale poteva far superare le differenze razziali. La bianca affermava che il fatto che fossero donne creava una solidarietà al di là delle differenze di colore. Ma la negra non era d’accordo.

"Che cosa vede quando, la mattina, si guarda allo specchio?"

"Vedo una donna", rispose la bianca.

"E’ proprio questo il punto", replicò la negra. "Io vedo una negra. Per me la razza è visibile ogni giorno, perché è la causa del mio handicap in questa società. La razza per lei è invisibile, ragion per cui la nostra alleanza mi sembrerà sempre un tantino artificiosa."

 Kimmel capì allora che, quando la mattina si guardava allo specchio, vedeva "un essere umano: universalmente generalizzabile. La persona generica."

 

Cosa accade quando si parla di "uomini" invece che di "persone" o "esseri umani"? Cosa si provoca quando si finge che sia una svista innocente per evitare lo sforzo di comprenderne le implicazioni?

La donna si sente orpello di un’umanità di cui non sembra fare parte a meno di non esserne considerata una variante biologica.

Le parole hanno un valore e un significato profondi, specie in una lingua inventata dagli uomini per gli uomini.

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Una risposta a Umani allo specchio

  1. Heow le fou scrive:

    Il mondo non è razzista a meno che non sia moro
    non è classista a meno che non sia senza lavoro
    non è sessista a meno che io sia un uomo
    la giustizia è uguale per tutti quelli uguali fra loro.

    -Dogo Gang, Cani sciolti 2006-

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